Ringrazio di avermi
pubblicamente citato come promotore e collaboratore dell’iniziativa di proposta
popolare di delibera consigliare di sospensione del piano sosta del Comune di
Faenza, ma ritengo giusto precisare
quanto non appare in una sintesi per forza di cose deformatrice della
più complessa vicenda. Invitato dal
consigliere comunale Alessio Grillini ho partecipato alla prima assemblea
costituente del Comitato per il no al piano sosta del 27 novembre u.s.,
aderendovi. Grillini partecipò al
dibattito, ma si dovette assentare per
altri impegni. Più tardi intervenni e proposi di sfruttare il diritto
d’iniziativa popolare previsto dallo Statuto e dal regolamento del Consiglio
Comunale di Faenza, attivando una proposta di sospensione per sei mesi del piano del traffico, in cui è
inserito il progetto di piano sosta, al fine di evitare che l’iniziativa
avviata dalla Consigliera Berdondini per un referendum cittadino su tale tema e
fatta propria dall’assemblea stessa fosse, comunque, resa impossibile da un
completo perfezionamento delle pratiche amministrative. Erano presenti anche i
consiglieri Ridolfi e Bucci. Il giorno dopo informai Grillini del mio
intervento, lamentado che non mi
sembrava che avesse suscitato il dovuto interesse. Mi disse che ci avrebbe
pensato lui a sensibilizzare ulteriormente la Berdondini. Ella mi telefonò e mi chiese chiarimenti, dichiarandosi
interessata a portare avanti l’idea, investendone il comitato esecutivo eletto in quell’assemblea con Presidente
Bagnoli, io le chiesi di farmi avere gli atti amministrativi di riferimento. Successivamente mi telefonò per dirmi che, data la complessità dei molti atti,
aveva chiesto alla più navigata
consigliera Raffaella Ridolfi di procurameli. Ella mi telefonò e concordammo di
quali atti era necessario disporre. A
partire dal 13 dicembre ebbi modo di esaminare gli atti di riferimento. Dissi a lei ed alla Berdondini che l’idea era
realizzabile e mi chiesero di preparla, data la mia esperienza di
vicesegretario comunale altrove. Poco dopo la Befana inviai a loro, a Grillini ed al Presidente del
Comitato no piano sosta, eletto a seguito di quella prima assemblea , il testo
preciso della proposta, lo schema di presentazione da parte del “comitato per la proposta d’iniziativa
popolare per la sospensione del piano sosta” ( da formare ai sensi del regolamento comunale) ed
un promemoria dell’iter procedurale e problematico dell’iniziativa e del piano
sosta. Telefonai alla Berdondini
avvisandola dell’invio e chiedendole di promuovere un incontro con me
per dare alcune spiegazioni. L’incontro
non mi fu chiesto ed il comitato partì con l’attivare l’iniziativa, facendo
sottoscrivere a nove aderenti la domanda di
avvio con costituzione del comitato
(Burini A, Maccolini M., Fiori A., Bigini M., Agata G.B., Burini F., Cipriani C., Berti
N., Montuschi Cl.). Il Comune
fece rilevare alcuni problemi procedurali, tra i quali l’avvenuta modifica
della situazione amministrativa di fatto
dopo la progettazione della proposta di atto (23.01.2013) io e Burini, referente del comitato specifico,
concordammo con la segretaria comunale una modifica al testo originario da me
redatto per il giorno dopo con appuntamento prefissato e ci fu fatto presente
che andava rifatta la domanda essendo cambiato il testo. Per
non perdere tempo Burini dovette
rifar firmare la nuova domanda ad almeno cinque sottoscrittori elettori di
Faenza in un paio d’ore, chiededomi anche a me di firmarla, ma i sottoscrittori
dovevano essere elettori del Comune di Faenza ed io mi cancellai, rimasero
Burini A, Cipriani C., Bigini M.,
Agata G.B. con l’aggiunta di Bagnoli M.G.. Così fu fatto e la seconda
pubblica assembea del 22 febbraio applaudì al successo avvenuto con la
presentazione delle firme necessarie.
Successivamente il Comitato presieduto da Bagnoli si è spaccato con le dimissioni del medesimo
e di altri per dissensi di linea strategica e si è formato , accanto
all’originario “Comitato no al piano
sosta” di cui tale proposta è
sostanziale espressione, il “Movimento no al piano sosta” a cui
aderisce il Burini, già designato come referente del formale “Comitato per l’iniziativa popolare di
proposta di sospensione del piano sosta” , sostanziale espressione di
quell’originaria assemblea. Stando così
le cose - e nessuno può fondatamente sostenere il contrario -, data la
divisione questa iniziativa, arrivata al primo traguardo con l’apporto di firma di più di 400
persone e l’ammissione all’ordine del giorno del
Consiglio per il voto, è il frutto
dell’orginario unitario fenomeno di
dissenso al piano sosta costituitosi in
“Comitato no al piano sosta” da cui una
parte è uscita costituendo il “Movimento no al piano sosta”.
A mio avviso, dopo il venire meno dello scopo
originario della proposta, cioè consentire l’effettività del referendum,
impedito da un regolamento assurdo ed antidemocratico, occorre dare un senso,
prima del dibattito consigliare, alla seconda fase di auspicata approvazione da parte del
Consiglio. Va dato atto al Presidente
del Consiglio comunale, Avv. De Tollis,
ma ovviamente, indirettamente allo stesso Sindaco Malpezzi ed all’Assessore
Zivieri, per non citare i funzionari investiti del problema di non hanno
frapposto ostacoli al perfezionamento rapido dell’iniziativa, dando
un’interpretazione giustamente sostanziale di norme da rivedere per evitare
futuri rischi per simili iniziative democratiche di alto valore politico, la
prima per la città di Faenza e per tutti i comuni della provincia e credo della
stessa Regione e se non l’unica o tra le poche d’Italia. E’, quindi, una grande
occasione per la Giunta e la sua maggioranza di una veramente partecipata
verifica del programma approvato, che posto che la maggioranza lo vuole portare
in porto, è opportuno per lei stessa che venga al massimo perfezionato, prima
di attuarlo – e cioè prima di non poterlo più sostanzialmente modificare almeno
per vari anni - tramite il confronto con
le Associazioni professionali interessate ed i cittadini organizzati in queste
iniziative, le forze politiche tutte, di
maggioranza e di minoranza. Sarebbe la
prima volta che attorno ad un progetto così importante, con la volontà della
maggioranza dispiegata esattamente con atti ufficiali si aprirebbe una fase di
reale sufficienza di vero confronto democratico, che non potrebbe non sortire
il meglio per tutti, soprattutto per i cittadini. Credo in primo luogo che
spetti alla maggioranza ed al Sindaco approfittare di questa grandissima
opportunità che Faenza non sia solo città del primato ceramico, del primato
agricolo, della buona manifattura, ecc.,
ma anche dell’ottima democrazia. E tutti coloro che come cittadini non
vogliono questo piano debbono trovare l’unità e la collaborazione per gestire
questa nuova fase risolvendo con la democrazia interna le differenti
valutazioni dei problemi, ma anche accettando il dialogo con l’amministrazione
senza pretendere la sua resa, ma solo un serio e ragionato confronto,
rispettando le reciproche posizioni. Ma vi è di più! Vi sono alcune vistose
lacune di legittimità che la Giunta stessa avrebbe interesse a sanare,
rivedendo quanto deciso, ne cito solo
due ad esempio: alcune delibere adottate dalla Giunta, sono chiaramente di competenza del Consiglio; come
è stata rispettata la normativa sulle barriere architettoniche che mi
risulterebbero fissare dal 1978 il principio che gli spazi pedonali debbono
essere almeno di un metro e mezzo di
larghezza, quando attualmente nel centro storico, quando ci sono, sono attorno al metro? Coraggio Giunta, fai approvare questa
delibera nel tuo stesso interesse! Poi
valuta fino a che punto puoi migliorare
quanto già approvato.
Bruno Console
Camprini
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