giovedì 18 aprile 2013

PRECISAZIONI SULLA PROPOSTA DI SOSPENSIONE DEL PIANO SOSTA - Avv. Bruno Console Camprini

Ringrazio di avermi pubblicamente citato come promotore e collaboratore dell’iniziativa di proposta popolare di delibera consigliare di sospensione del piano sosta del Comune di Faenza, ma ritengo giusto precisare  quanto non appare in una sintesi per forza di cose deformatrice della più complessa vicenda.   Invitato dal consigliere comunale Alessio Grillini ho partecipato alla prima assemblea costituente del  Comitato per il no  al piano sosta del 27 novembre u.s., aderendovi.  Grillini partecipò al dibattito, ma si dovette  assentare per altri impegni. Più tardi intervenni e proposi di sfruttare il diritto d’iniziativa popolare previsto dallo Statuto e dal regolamento del Consiglio Comunale di Faenza, attivando una proposta di sospensione  per sei mesi del piano del traffico, in cui è inserito il progetto di piano sosta, al fine di evitare che l’iniziativa avviata dalla Consigliera Berdondini per un referendum cittadino su tale tema e fatta propria dall’assemblea stessa fosse, comunque, resa impossibile da un completo perfezionamento delle pratiche amministrative. Erano presenti anche i consiglieri Ridolfi e Bucci. Il giorno dopo informai Grillini del mio intervento,  lamentado che non mi sembrava che avesse suscitato il dovuto interesse. Mi disse che ci avrebbe pensato lui a sensibilizzare ulteriormente la Berdondini.  Ella mi telefonò  e mi chiese chiarimenti, dichiarandosi interessata a portare avanti l’idea, investendone  il comitato esecutivo  eletto in quell’assemblea con Presidente Bagnoli, io le chiesi di farmi avere gli atti amministrativi di riferimento.  Successivamente mi telefonò per dirmi  che, data la complessità dei molti atti, aveva chiesto alla più  navigata consigliera Raffaella Ridolfi di procurameli. Ella mi telefonò e concordammo di quali atti era necessario disporre.  A partire dal 13 dicembre ebbi modo di esaminare gli atti di riferimento.   Dissi a lei ed alla Berdondini che l’idea era realizzabile e mi chiesero di preparla, data la mia esperienza di vicesegretario comunale  altrove.  Poco dopo la Befana inviai  a loro, a Grillini ed al Presidente del Comitato no piano sosta, eletto a seguito di quella prima assemblea , il testo preciso della proposta, lo schema di presentazione da parte del  “comitato per la proposta d’iniziativa popolare per la sospensione del piano sosta” ( da  formare ai sensi del regolamento comunale) ed un promemoria dell’iter procedurale e problematico dell’iniziativa e del piano sosta. Telefonai alla Berdondini  avvisandola dell’invio e chiedendole di promuovere un incontro con me per  dare alcune spiegazioni. L’incontro non mi fu chiesto ed il comitato partì con l’attivare l’iniziativa, facendo sottoscrivere a nove aderenti la domanda di  avvio con costituzione del comitato  (Burini A, Maccolini M., Fiori A., Bigini M., Agata G.B.,  Burini F., Cipriani C.,  Berti  N., Montuschi Cl.).  Il Comune fece rilevare alcuni problemi procedurali, tra i quali l’avvenuta modifica della situazione amministrativa  di fatto dopo la progettazione della proposta di atto (23.01.2013) io e  Burini, referente del comitato specifico, concordammo con la segretaria comunale una modifica al testo originario da me redatto per il giorno dopo con appuntamento prefissato e ci fu fatto presente che andava rifatta la domanda essendo cambiato il testo.  Per  non perdere tempo  Burini dovette rifar firmare la nuova domanda ad almeno cinque sottoscrittori elettori di Faenza in un paio d’ore, chiededomi anche a me di firmarla, ma i sottoscrittori dovevano essere elettori del Comune di Faenza ed io mi cancellai, rimasero Burini A,  Cipriani C.,  Bigini M.,  Agata G.B. con l’aggiunta di Bagnoli M.G.. Così fu fatto e la seconda pubblica assembea del 22 febbraio applaudì al successo avvenuto con la presentazione delle firme necessarie.  Successivamente il Comitato presieduto da Bagnoli si è spaccato con le dimissioni   del medesimo  e di altri per dissensi di linea strategica e si è formato , accanto all’originario “Comitato no al piano sosta  di cui tale proposta è sostanziale espressione,  il “Movimento no al piano sosta” a cui aderisce il Burini, già designato come referente del formale  “Comitato per l’iniziativa popolare di proposta di sospensione del piano sosta” , sostanziale espressione di quell’originaria assemblea.   Stando così le cose - e nessuno può fondatamente sostenere il contrario -, data la divisione questa iniziativa, arrivata al primo traguardo  con l’apporto di firma di più di 400 persone  e  l’ammissione all’ordine del giorno del Consiglio per il voto,  è il frutto dell’orginario unitario  fenomeno di dissenso al piano sosta  costituitosi in “Comitato no al piano sosta”  da cui una parte è uscita costituendo il “Movimento no al piano sosta”.
 A mio avviso, dopo il venire meno dello scopo originario della proposta, cioè consentire l’effettività del referendum, impedito da un regolamento assurdo ed antidemocratico, occorre dare un senso, prima del dibattito consigliare, alla seconda fase  di auspicata approvazione da parte del Consiglio. Va dato atto al  Presidente del Consiglio comunale, Avv.   De Tollis, ma ovviamente, indirettamente allo stesso Sindaco Malpezzi ed all’Assessore Zivieri, per non citare i funzionari investiti del problema di non hanno frapposto ostacoli al perfezionamento rapido dell’iniziativa, dando un’interpretazione giustamente sostanziale di norme da rivedere per evitare futuri rischi per simili iniziative democratiche di alto valore politico, la prima per la città di Faenza e per tutti i comuni della provincia e credo della stessa Regione e se non l’unica o tra le poche d’Italia. E’, quindi, una grande occasione per la Giunta e la sua maggioranza di una veramente partecipata verifica del programma approvato, che posto che la maggioranza lo vuole portare in porto, è opportuno per lei stessa che venga al massimo perfezionato, prima di attuarlo – e cioè prima di non poterlo più sostanzialmente modificare almeno per vari anni -  tramite il confronto con le Associazioni professionali interessate ed i cittadini organizzati in queste iniziative, le forze politiche tutte,  di maggioranza e di  minoranza. Sarebbe la prima volta che attorno ad un progetto così importante, con la volontà della maggioranza dispiegata esattamente con atti ufficiali si aprirebbe una fase di reale sufficienza di vero confronto democratico, che non potrebbe non sortire il meglio per tutti, soprattutto per i cittadini. Credo in primo luogo che spetti alla maggioranza ed al Sindaco approfittare di questa grandissima opportunità che Faenza non sia solo città del primato ceramico, del primato agricolo, della  buona manifattura,  ecc.,  ma anche dell’ottima democrazia. E tutti coloro che come cittadini non vogliono questo piano debbono trovare l’unità e la collaborazione per gestire questa nuova fase risolvendo con la democrazia interna le differenti valutazioni dei problemi, ma anche accettando il dialogo con l’amministrazione senza pretendere la sua resa, ma solo un serio e ragionato confronto, rispettando le reciproche posizioni. Ma vi è di più! Vi sono alcune vistose lacune di legittimità che la Giunta stessa avrebbe interesse a sanare, rivedendo quanto deciso,  ne cito solo due ad esempio: alcune delibere adottate dalla Giunta, sono  chiaramente di competenza del Consiglio; come è stata rispettata la normativa sulle barriere architettoniche che mi risulterebbero fissare dal 1978 il principio che gli spazi pedonali debbono essere  almeno di un metro e mezzo di larghezza, quando attualmente nel centro storico, quando ci sono, sono  attorno al metro?   Coraggio Giunta, fai approvare questa delibera nel tuo stesso interesse!   Poi valuta  fino a che punto puoi migliorare quanto già approvato.

Bruno Console Camprini

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